DALI' E LA LEGGE DELL' OTTAVA

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“Vieni o Morte, ma così nascosta che non ti senta venire perché il, piacere di morire potrebbe riportarmi in vita”

Bellissimo, il piacere di morire, così simile al piacere di vivere.

Era un qualcosa su cui molto avevo ragionato ed effettivamente quel senso di piacere lo avevo percepito, vergognandomi, ma quel tipo di percezione, mi era servito per capire cosa dietro l’energia della morte si potesse nascondere. Non pensavo, quando quell’energia mi travolse dopo Daniele, che potesse trasformare e trasformarmi, ma come tutto avviene in Natura, la Morte non è morte se si lascia fluire e diventare. Il problema risiede nel dolore fisico non nella Morte. Ma Dalì va molto oltre, facendo capire come comunque il “piacere” per ciò che è morte ha un controvalore tale da diventare vita. Qui risiede la potenza dell’Ottava e il suo vero significato, la sua vera essenza.

ProprioLa domanda da porsi, in questo contesto, infatti, dovrebbe essere: E’ la frequenza dell’amore –piacere per il morire così potente da trasformare subito la stessa in vita?

E la risposta è ....

E i RosaCroce lo sapevano.

Come lo hanno sempre saputo tutte le religioni del mondo, ecco perché il culto della morte e dei morti nelle civiltà.
Per cui è molto probabile che loro sapessero come l’Amore, avesse dentro di sé le 3 fasi e siccome le 3 fasi, Gioacchino –Ildegarda Docet sono una, nel momento stesso in cui moriamo, con amore, ritorniamo a nascere. D’altro canto l’albero del secondo avvento di Gioacchino Da Fiore questo diceva . Suddiviso in 3 momenti energetici ben precisi che caratterizzavano l’inizio e la fine dei tempi facevano capire per la legge dell’Uno e Trino, che non poteva esserci né una fine né un inizio.
Un ossimoro, possibile da comprendere solo e soltanto, attraverso una visione pluridimensionale della realtà spazio temporale.
Come dicevo, sono i nostri eventi emozionali una cartina tornasole delle strutture spazio-temporali di questa multi realtà, per cui quando desideriamo semplicemente facciamo ciò che la scienza non riesce a fare, materialmente, in questo momento, ci spostiamo, spazio temporalmente e quando solidifichiamo i nostri desideri, semplicemente raggiungiamo altre dimensioni più consone a noi. Per ricaduta le strutture Spazi temporali sono il tessuto emotivo, direi nervoso di un essere vivente, non intelligente…di più visto che ormai, è fatto, di realtà multiple.

Quindi fare a meno dell‘amare è controproducente oltre che stupido, visto il suo potere.

Michele Proclamato
(dal nuovo libro in prossima uscita, su Dalì di Michele Proclamato)
www.micheleproclamato.com