Macrocosmo e microcosmo

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“Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della cosa una. E poiché tutte le cose sono e provengono da una, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento.”
Ermete Trismegisto, La Tavola di smeraldo

La parola Macrocosmo, conosciuta ed utilizzata, in forme differenti, in tutte le antiche culture e civiltà, con connotazioni simboliche ed esoteriche, ha sempre portato l’uomo a riflettere su “qualcosa” che va oltre la vita quotidiana, a farsi domande profonde. Domande che lo interrogavano sul suo rapporto con la natura e il cosmo circostante. Portandolo ad osservare equilibri e manifestazioni che lo facevano sentire in armonia e parte di un Tutto. La contemplazione del mistero della vita con la consapevolezza della presenza del Divino fuori e dentro di Sé. Consapevolezza che la maggior parte degli uomini moderni hanno perso.

Il Macrocosmo rappresenta in parole semplici, il grande Universo che contiene tutto, anche l’uomo, spesso definito microcosmo. Un insieme di parti che concorrono a formare un Tutto organico.
Nella storia occidentale i concetti di macrocosmo e microcosmo hanno rappresentato la base teorica di numerosissime scienze come: l’astrologia, la magia, la psicologia, la medicina.
Nella filosofia greca, il cosmo, come l’uomo era composto di Anima e corpo e questo si rifletteva anche in ambito politico con il concetto di Polis. Armonia tra il tutto e le sue parti.

Platone nel Timeo, creò un’analogia tra gli organi del corpo umano e i componenti fondamentali dell’universo: terra, acqua, aria, fuoco. In particolare, pensando che il cranio umano, per via della sua sfericità è il più vicino al cosmo, essendo la sfera la figura più perfetta. Analogia, che come vedremo successivamente anche i Taoisti elaborarono nell’antica Cina.
All’inizio dell’età ellenistica fu nuovamente concepito l’universo come un unico grande organismo regolato da intime connessioni che unificava la “sfera soprannaturale” con quella umana.
La stretta relazione tra macrocosmo e microcosmo la si trova anche nell’antica Roma, dove la corrispondenza tra cosmo ed elementi viventi e non viventi della terra, consentivano le varie arti divinatorie, con animali sacrificati, per trarre segni divini ed auspici.

Anche Plotino recuperò nell’antica filosofia la consapevolezza dell’interdipendenza tra tutte le parti dell’universo. Dal neoplatonismo di Plotino si fonderà la corrente di pensiero del misticismo ermetico. Ermete Trismegisto, nel testo sopracitato “La Tavola di smeraldo”, ci conduce a riflettere sul rapporto di “analogia” che legava macrocosmo con microcosmo. Il principio di analogia non è una vera uguaglianza, lo si può descrivere come: “Trascendenza” che in filosofia e teologia indicano una realtà concepita come ulteriore, “al di là” rispetto a questo mondo. Un rimando ad un altro fuori di sé; oppure descritta come “immanenza” che significa che ciò che è l’altro è in analogia con ciò che ci costituisce interamente.
Tali concetti furono accolti solo in parte all’interno del Cristianesimo, che descriveva l’uomo ad immagine e somiglianza di Dio, ma che escludeva collegamenti con altre forme del creato.